< Pagina:Panzini - La Madonna di Mamà.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

-i3 7

e ogni anima alta — maschile, s* intende! — dovrebbe congiungersi con lei più o meno spiritualmente. Si ubbriaca con se stessa ed ignora che di solito l’anima alta maschile se ha bisogno di una donna, questa è la cuoca.

— Scusi. Anche la marchesa è autrice?

— Autrice di Bobby.

— Ah, questo lo so. Voleva dire autrice di qualche opera.

— Infatti lei ha ragione. Esiste un’opera, un capolavoro di donna Barberina: lei non l’ha ancora visto.

— Quale? — domandò Aquilino.

— Il marchese suo marito. Aquilino stette un po’ lì, sospeso.

— Scusi, e perchè un capolavoro?

— Perchè lo ha completamente idiotizzato.

— Idiota?

— Ho detto idiotizzato. Il marchese Don Ippolito sta ritirato in campagna e vive la sua filosofia. Lei mi capisce: quando uno cade nella filosofia, è bell’e finito, se pure non si tratta di filosofia umoristica.

Dio , che cerchio alla testa! Quanti veleni! Per vivere bisognerà cominciare la cura di Mitridate: abituarsi ai veleni.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.