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ztent, quella roba en belle vue, quelle salse
gli garbavano poco.
— Un bel lesso! un bell’arrosto! delle belle lasagne! — diceva con aria di soddisfazione.
Aquilino avrebbe anche voluto rispondere di sì; ma donna Barberina la quale pareva che si fosse assunta l’incarico di coagulare con parole gelide ogni di lui effervescenza di letizia, disse: — Per impinzarvi e diventare obeso. Nulla è più repugnante dell’obesità.
Aquilino cominciava ad essere un po’ atterrito, e l’ora in cui il cameriere suonava i suoi timpani per la tavola gli coagulava la pepsina.
Fu proprio il lesso e l’arrosto la causa di una scena bruttissima: un disgraziato lesso che il marchese aveva cominciato a mangiare con fine appetito.
— Ci vogliono denti di elefante a mangiare questo manzaccio — disse donna Barberina.
(Proprio il marcheseaveva grossissimi denti).
— E un’altra volta non più lesso a tavola — ordinò donna Bàrbera.
— Sissignora, signora marchesa — rispose il domestico.
La Madonna di Mania. io