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e l’atterrito, come chi corre in treno e sente
il treno uscire dalle rotaie.
Per fortuna il marchese si rimise sul tono di prima e disse ancora:
— Non vi fate campione di quella rea femmina.
Evidentemente alludeva a miss’Edith.
— Io sento che dalla mia casa sale sino quassù un lezzo di cancrena....
— La condotta e la vita di miss Edith — disse allora Aquilino — mi paiono, signor marchese, del tutto conformi al decoro.
— Al decoro! Sì, maestro! Avete proprio imbroccata la parola giusta: il decoro: salvo il decoro, è salva l’anima. È stato il genio malefico di questa casa, quella inglese!
Aquilino si sforzò ancora di metter pace nel cuore di quel povero signore: — Forse — disse — miss Edith ha studiato troppo; ha letto troppo per la sua età: certe idee sono prese forse un po’ troppo alla lettera. Troppa filosofia!
— Filosofia? E anche questa qui è filosofia? E il marchese si levò, aprì il canterano,
ne tolse dei libri, li mise sotto il naso di Aquilino, e seguitò leggendo il titolo di uno di quei libelli: Heptameron di Margherita di Navarra. — È questa filosofia?