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putrefazione elegante Demi—Vierges? pensate
maestro mezze vergini! il solo titolo è l’infamia della minotaura! E costei è la educatrice di mio figlio.
Aquilino si ricordò allora di quella espressione del poeta Emme, che miss Edith era una deflorata a tutti gli spigoli della intellettualità.
Imagini di voluttà e di colpa si svolgevano da quei titoli dei libri nella mente del giovane, senza il concorso della sua volontà.
Vedeva miss Edith, la bionda; vedeva anche donna Bàrbera, la bruna.
Le carni di lui avevano brìvidi e fiamme.
E dopo alquanto silenzio Don Ippolito proseguì:
— Io, a detta della marchesa, sono l’uomo che sogna. Ma vi giuro, maestro, che io avrei tutta la straordinaria energia di Ercole per purgare queste stalle di putredine. Ma poi penso: a che vale? Se è destino che mio figlio debba vivere in un mondo avvelenato, forse è bene che cominci da piccino la cura del veleno. Miss Edith, avete ragione, maestro, è un’ottima, igienica istitutrice. Conservatene ottima opinione. Ma se un figlio, oltre che figlio delle vostre carni, non sarà anche il figlio della vostra anima, perchè procreare?