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care le case rispettabili dove ella era stata e

dove mai le erano successi simili inconvenienti.

— Favorisca ripetere — disse donna Bàrbera.

La gran mademoiselle Joséphine allibì.

— Da questo momento lei è licenziata. — E donna Barberina levò il dito.

Aquilino trovò la gran mademoiselle Joséphine che piangeva: così dirottamente che quasi gli venne da ridere. Ma quando la povera donna confessò la sua miseria, la sua solitudine, e che la sua maestà con le tre lingue era buttata sul lastrico, gliene venne pietà.

— Proverò a parlare io alla marchesa — disse.

Mademoiselle Joséphine voleva abbracciare Aquilino.

— Mi ringrazierà dopo — disse — perchè...., perchè non prometto niente.

Pensò ad una patetica perorazione in favore della disgraziata; ma non ebbe mestieri di condurla a fine, che si sentì rispondere dalla marchesa questo strano verso: A tanto intercessor nulla si nega.

E fu lui, allora, che allibì di fronte all’imperterrito sorriso della marchesa.

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