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dine di farlo chiamare, di quando in quando,
per futili motivi. Usciva da quelle stanze di lei con una tempesta di dentro.
— Scusi se la ho fatta incomodare — disse ella graziosamente una volta, e aveva molte lettere in iscrittura: — mi si presenta una questione, oh una sciocchezza, sa! Quel gentile oppure gentilissima signora, che si mette negli indirizzi, mi è diventato così banale. Come si potrebbe variare; come dicevano una volta?
Aquilino aveva un bollore di dentro, un formicolìo nelle mani.
— Una volta dicevano — rispose — valorosa, eccellentissima madama, illustre eroina; oppure erano lunghi titoli, non privi di una certa bellezza che oggi però suonerebbero disusati.
— Per esempio?
«Anche gli esempî!» — Per esempio, ad un gentiluomo si diceva: Nobile e savio cavaliere, huomo di molta gentilezza e savere.
— E ad una donna?
— Secondo la condizione.
— Per esempio?
— Ad una monaca si diceva: Religiosa, honesta dòmina, molto da onorare e alla verace luce di vita eterna pervenire. \