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E allora con la cara estate, Aquilino aveva veduto ritornare ancora quel signore dell’anguria e dei confetti.

Gli battè il cuore nel vederlo, ma insieme gli rifiorì anche lo spregio di quella sera; e fece finta di non conoscerlo.

Fu lui che gli andò incontro, spalancando comicamente gli occhi e alzando le ciglia: — Se non mi sbaglio, tu sei il signor Aquilino!

No, non gli resse il cuore di tenergli il broncio, e sùbito gli si arrese.

— Come sei cresciuto! Ve’ , ve’ ! La peluria dei baffi e i bitorzoli della barbetta.

Anche lui era un po’ cambiato: un po’ cereo, un po’ imbiancato nella barba, nelle labbra.... Però che bel signore! Con quel naso badiale, con quell’ondulatura dei baffi, gli venivano in mente quelle figure severe di gentiluomini che aveva visto in un quadro, attorno al trono di non sapea quale re di Francia. Ma appena sorrideva, quella seve-

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