Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 101 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - La cagna nera.djvu{{padleft:105|3|0]]mentre spiegavo agli scolari alcune regole, la porta della scuola si aperse un pochino e una cosa nera corse fra le due file dei banchi, gemendo con suono umano: era la cagna. Balzò su la cattedra, mi si buttò addosso lambendomi, contorcendosi. Vi fu un istante di silenzio e di sorpresa, poi scoppiò un riso solo, alto, argentino, infrenabile.
— Patirai! Patirai! — gridavano l’uno e l’altro — la cagna del professore!
Non stavano più fermi, si erano levati in piedi, alzavano le braccia, singhiozzavano dal ridere: una cosa atroce! Allora la cagna si voltò verso di loro e tendendo il collo rabbiosamente, cominciò ad abbaiare loro contro con un urlo angoscioso e feroce.
Era magra più di prima, avea tutto il pelo irto, ispido, sucido di polvere e di pillacchere. Ma a quell'urlo più cresceva il riso degli scolari e il vocìo di Patirai! Patirai!
Che cosa feci io? Nulla! mi sentivo un gran rossore in faccia e le tempie mi martellavano.
Quanto durò quella scena? Non ricordo. So che la porta si spalancò del tutto e comparve il bidello e dietro lui la figura nera, sorpresa