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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - La cagna nera.djvu{{padleft:111|3|0]]bevvi in due bicchieri tutto il mezzo litro di vino perchè mi sentivo arso di dentro, e poi aveva bisogno di calmare come un tremito di convulso che mi scoteva tutto.

Stavo per sbarazzarmi della sedia, levarmi, andarmene, quando avvenne che il vice pretore, un omino sui quarant’anni, si distraesse dalla questione, e appena ebbe posato lo sguardo sopra di me, vi si fermò, e mi chiese inarcando le ciglia:

— Caro professore, ih, che brutta ciera avete voi!

Mi sforzai di sorridere senza parlare; ma sentii io stesso che il sorriso era più tosto una smorfia dolorosa; e lui certo se ne avvide perchè mi domandò con premura:

— Vi è forse accaduta qualche disgrazia? avete avuto una cattiva notizia?

Sorrisi ancora; cercai con uno sforzo di trovare una risposta che fosse d’altra natura che quell’idea che mi si era inchiodata di dentro; finalmente mi parve di averla trovata, e posando il capo su la palma della mano, domandai con voce che cercavo sonasse tranquilla e come indifferente:

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