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— Caro avvocato, io vorrei sapere perchè nelle vostre leggi non ci mettete un articolo che punisca con un paio d’anni di galera, per lo meno, quegli infami che si divertono a martoriare un essere, creatura di Dio, che non si può difendere perchè non ha forza da difendersi, perchè se chiama aiuto non ha nessuno che gli risponda; perchè se piange, se urla, tutti si mettono a ridere....

Il vice pretore aveva preso la questione sul serio e mi guardava per iscrutare quale cosa io volessi dire, poi mi fece cenno del capo come a significare: «Spiegatevi più chiaramente».

Allora richiamai la voce che sentivo che si era alterata, alle proporzioni naturali e seguitai con studiata indifferenza:

— Una cosa da nulla, un’inezia. Dopo mezzodì, voi sapete, si schiaccia un sonnellino. Quest’oggi, non so come, non riuscii a chiudere occhio; dunque mi alzo e vado fuori. Voi vi ricorderete anche che io aveva una cagnolina...

A questa parola la mia voce si intenerì al ricordo, e il volto del vice pretore fece invece una smorfia come per dire: «Ho capito, voi

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