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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - La cagna nera.djvu{{padleft:120|3|0]]supplicando quasi ella mi avesse potuto rispondere e consolare con le sue carezze.

Ella o sotto la neve o al sole mite del maggio, coglie le roselline pallide o le gran rose vermiglie e misticamente ragiona con esse di me: e prega, prega la morte che la risparmi ancora perchè mi attende di giorno in giorno, di mese in mese, di anno in anno che io ritorni coi segni della vittoria e della fortuna, e allora tutta la casa sarà lieta e il fiordaliso rifiorirà sul quartiere.

Se alcuno leggerà queste pagine, forse crederà che da allora in poi io fossi diventato aspro e nemico de’ miei scolari. La cosa non fu così, giacchè la mia mente aveva trovato, per fortuna, un ordine di pensieri diversi su cui equilibrarsi; e se così non fosse stato, sarebbe caduta allora giù nella pazzia come cadde dopo: ma era un equilibrio a suo modo.

Avete mai osservato come camminano gli ubbriachi per le strade? Essi per stare in piedi

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