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— Weiss! — e scattò in piedi come un fantoccino a molla.

— E tedesco?

— Io no, mio babbo sì...

— È quello che ha l’Hotel des Étrangers ai Cappuccini... — saltò su a dire un altro; ma subito capì la grave infrazione di aver aperto bocca senza essere stato interrogato; diventò tutto rosso e si sedette vergognoso e confuso.

— Bene, mio caro Weiss — ripigliai — sentiamo un po’ lei....

Si fece un silenzio assoluto; e l’interpellato arcuò la mente per richiamare tutte le sue cognizioni grammaticali, raccolte con tanta fatica e disperse con altrettanta facilità per i campi e fra gli spassi.

— Bene — ripetei posandogli la mano su la spalla — bene, lei ama sua mamma e suo babbo?

— Oh sì, tanto!... — rispose arrossendo e traendo un sospiro di sollievo.

Anche gli altri respirarono. La domanda non era stata difficile.

— Bravo, dunque; e quel ritratto che è appeso lassù di chi è?

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