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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - La cagna nera.djvu{{padleft:58|3|0]]mi disse una volta costui con molta gravità, e quelle parole mi fecero un gran bene.

Il direttore era diventato per me una persona grave ed a modo. Grammatico, assiduo nel suo lavoro, egli viveva nella scuola e per la scuola.

— Veda — mi diceva confidenzialmente — quando gravi pensieri o forti cure incombono su di me, il lavoro le dissipa come nebbia al sole: e se alcuna tristezza mi sopravviene, la vista di tanta balda e nobile gioventù che noi abbiamo l’alto ufficio di educare ed istruire, mi consola subito.

E doveva essere proprio così perchè io pure mi sentivo bene nell’adempimento del mio dovere. Anche coi colleghi ci avea fatto la mano, ma un po’ per volta e superando non lievi difficoltà, perchè avevano davvero un modo di trattare che non era propriamente quello a cui era assuefatto. Capii però che bisognava adattarsi essendo essi vecchi insegnanti, e in fondo parevano pieni di bonarietà; certo erano gente tutta scuola e tutta casa: niente spassi, niente teatri, niente svaghi. Ve n’erano di quelli che da sei e più anni erano lì a C***, e non conoscevano

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