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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - La cagna nera.djvu{{padleft:95|3|0]]
— Cosa vuoi? scusa non te ne avere a male, ma ti vedono andare in pensione in un’osteria di secondo ordine a quarantacinque lire il mese, dove ci sono tutti impiegatucci di dogana, delle poste....
— Sì, ma ci va anche il vice pretore — obbiettai io perchè non mi sovvenne lì per lì, o non osai dire la cagione vera.
— Bravo! — replicò — Ma sai tu quante ne dicono di lui? Tu sei ancora un ragazzo; lasciatelo dire: sarai professore, avrai molta scienza in testa; ma non capisci le cose.
Aveva preso un tono serio e seguitò:
— Mio caro, in questi paesi per essere stimati e rispettati, bisogna dare molto fumo ne gli occhi. Se no..., se no, ti montano sui piedi.
— Ma io faccio il mio dovere — - dissi con un tono di voce che non era privo di dignità.
Allora lui sbuffò due boccate di fumo. E — queste sono le parole, caro il mio ragazzo — disse con dispregio —; e se ci credi, peggio per te. Bisogna darla a bere, non lo capisci? Fai il professore, fai il pizzicagnolo, fai il medico, l’oste, ma bisogna sempre darla a bere. Va, va! Fa a mio modo, se no, non riuscirai mai a niente, e