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36 | dalla padella nella brace |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Lepida et tristia.djvu{{padleft:114|3|0]]un bandito non ha niente da perdere? ce l’hanno già la condanna addosso. Li vada, li vada a chiappare per quelle macchie (e indicava i vasti monti che nereggiavano fuor delle piccole finestre al lume lunare). Per dar loro la caccia bene, sa che cosa bisognerebbe fare?
— Che cosa? — chiesi io, e non mi sentivo niente bene.
— Bisognerebbe dislocare mezzo reggimento e far la battuta, come alla caccia del cignale: lasci dire a me che le so queste cose; è il mio mestiere. Oppure sa che cosa?
— Cosa?
— Aspettare l’inverno. Allora con la neve i birboni devono lasciare la macchia e calar giù, e così si possono prendere.
Io vedevo buio nel viaggio del domani: e quei leggiadri racconti di briganti avrei preferito udirli a casa mia.
— Ma una spia che indichi....
— Allora è un altro par di maniche. Abbassò la voce e guardandosi attorno disse:
— E il caso di questa sera!...
Il padre lo guardava bieco.
— Ma si — disse il giovane a voce alta — non li vedete che son gente per bene (e indicava noi). Che avete paura che ci tradiscano?
— Non si sa mai — disse cupamente il vecchio che pareva preoccupato.
E la madre aggiunse con tristezza:
— Tu, figliuolo, fai troppo a fidanza col tuo coraggio!
Io allora per rassicurarli dissi chi ero; ma il giovane che aveva da vero un aspetto franco e non imbelle, levò le spalle, fermò la mia mano che voleva estrarre il portafoglio per documentare le mie asserzioni, e disse: — O