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SOTTO LA MADONNINA DEL DUOMO



A

ristotile, (non si conturbi il signor lettore) nel principio della sua etica dice che ogni arte, ogni dottrina, ogni operazione pare muovere verso alcuna felicità di bene.

Ora il signor Ambrogino o Don Ambrogino, come lo chiamavano laggiù, non conosceva Aristotile, ma in tutti i suoi trentanni di regio impiegato di Prefettura aveva avuto in mente ed inseguito questo sogno di felicità: cioè liquidare la sua pensione e vivere almeno altri trent’anni, sano e vegeto; ma da libero cittadino e sopra tutto a Milano: a Milano cittadino fisso, stabile, con dimora sua, non randagio, come una pedina sullo scacchiere, per tutte quelle fetenti città della bassa Italia.

Giustizia vuole però che si dica come, tranne la servitù dello spostarsi ogni due o tre anni, egli non si era troppo consumata la salute nè i suoi nervi erano stati colpiti da nevrastenia per eccessivo zelo di servizio, nè

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