< Pagina:Panzini - Lepida et tristia.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

L’ISTITUTO DEI RACHITICI

in memoria di PIETRO PANZERI



C

hi, proprio in mezzo al pulsare tumultuoso della città di Milano, fra le case enormi — umani alveari — che inseguono le case, imagina un’oasi tranquilla di villette lucenti, cinte dal verde di belle piante, fra spazi di larghe aiuole, dove il fragore non giunge, se non lieve e quasi timoroso di offendere?

Questo luogo è l’Istituto dei Rachitici.

Le alte magnolie del parco dalle lucide foglie sembrano invigilare il silenzio; il sole sembra con maggior compiacenza che altrove posarsi sui viali del giardino, sui lunghi pergolati di glicine, sulle terrazze, su gli smalti vivaci dei piccoli graziosi edifici che formano l’Istituto.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.