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174 | i cinque pulcini |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Lepida et tristia.djvu{{padleft:252|3|0]]mercato c’era assai gente che allestiva dei banchi, disponeva molte ceste piramidali di melarance alternate con festoni di edera; e quel giallo e quel verde faceva un lieto e bizzarro effetto in mezzo a quel grigio.
«Il mercato per la vigilia del Natale — disse il buon uomo fra sè — e noi il Natale lo faremo in mare; vuol dire che comprerò un po’ di torrone e un po’ d’aranci; e se quest’anno lo passiamo male, il Natale, lo passeremo meglio l’anno venturo, se pur lei sarà viva!» e l’ombra di questo pensiero gli crebbe davanti agli occhi dell’anima più grande che l’ombra di quel vespero caliginoso. «Se lei sarà viva!»
Andò dunque all’Agenzia dei trasporti marittimi per sapere a che ora precisa partiva il bastimento domani, e siccome era sul porto, domandò per curiosità quale era quello che lo doveva portare in America.
— Uno di quelli là — gli risposero. — È arrivato proprio ieri dall’America: ha rinnovato le provviste e domani parte.
— Uno di quelli là? dove?
— Guardate, buon uomo, dietro di voi, nella nebbia, e lo vedrete — rispose l’agente.
L’uomo si volse e vide dopo di sè ergersi una grande muraglia nera di ferro a cui la nebbia non permetteva di percorrere l’ambito: il transatlantico riposava presso la banchina dal travaglio dell’oceano, come un enorme cetaceo.
Guardò a lungo quella che dovea essere la dimora sua e de’ suoi figli per tanti giorni, poi chiese:
— E il mare è buono?
— Sempre buono, il mare.
— Ma laggiù nel mare grande.... lontano....
— Ah! quello è ancora più buono: più è grande e più è buono il mare. — E con queste parole l’agente lo salutò.