< Pagina:Panzini - Lepida et tristia.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
xxviii | l'istituto dei rachitici |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Lepida et tristia.djvu{{padleft:42|3|0]] legge da vero, a cui gli uomini ubbidiscono con più fede che non si creda.
Un’altra cosa è da aggiungere: l’Istituto non tende come altri istituti — pur altamente umanitari e benefici — a sostituire la coscienza collettiva alla coscienza individuale: ma rimedia nei limiti delle forze umane ad un difetto che è tale per sua natura e che non è, se non in parte, in facoltà nostra o delle leggi eliminare e distruggere.
Alfredo Panzini.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.