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pietro panzeri xxxvii

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Lepida et tristia.djvu{{padleft:51|3|0]] ebbero ad esprimersi per significare una forma non facile a definire dell’anima di lui.

Di giuste membra, complesse e piene ma non perciò meno pronte e vigili, corretto nel vestire, senza affettazione o ricercatezza; dalla linea del volto decisa, dal crine biondastro, dalla testa perfettamente conformata, dall’occhio ampio sporgente cui velavano grandi palpebre, occhio penetrante, indagatore e sarei per dire imperioso; tale l’aspetto esterno di Pietro Panzeri.

Geniale, dunque, l’aspetto dell’uomo.

La necessità della pratica professionale aveva forse dato al suo contegno quel non so che di magistrale e di autorevole che fortemente impone altrui.

Gli uomini di assoluto valore sono talvolta costretti ad assumere nei tratti esteriori gli emblemi e i contrassegni di questo loro valore.

Ciò produce sorprendente effetto e, quel che è più, cagiona il beneficio inapprezzabile di una grande economia di parola e di ragionamenti per muovere e persuadere gli uomini ad una determinata azione.

Per quanto ci affatichiamo ad inneggiare al progresso, certi caratteri insiti nell’umana natura perseverano con la loro intima essenza; e nel modo stesso che nei tempi remoti della storia l’uomo più forte ne aggiungeva gli emblemi e ostentava, per disporre altrui all’ubbidienza, lo scettro, la corona e il manto, così anche oggi, benchè

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