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xxxviii pietro panzeri

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Lepida et tristia.djvu{{padleft:52|3|0]] questi siano emblemi alquanto disusati, l’uomo destinato al comando ha bisogno di aggiungere qualche contrassegno esteriore del diritto che egli ha di comandare.

La cosa è tanto dolorosamente vera che molti uomini vuoti di valore ma largamente forniti di fine astuzia, soltanto con l’assumere l’impostatura esteriore del valore, attraversano vittoriosamente e trionfalmente il cammino della vita. Nè vi è controllore che osi farsi avanti e domandare la tessera del passaggio: e ciò avviene un po’ a simiglianza di quel che accade a chi viaggia nei convogli, che gli umili passeggeri di terza classe sono con speciale cura onorati della visita del controllore.

Io non so se ho fatto opportunamente a scrivere questa chiosa: ma nessuno, io penso, nel cuor suo oserà dire che io sono fuori del vero.

Ma ritornando al Panzeri, aggiungerò come quest’abito esteriore di dignità, quando, gli avveniva di trovarsi fra intimi, o accalorandosi il discorso, si scomponeva facilmente e spariva in breve, e l’indole dell’uomo leale, buono, alla mano, appariva schiettissima.

Conviene anche aggiungere come ad accrescere dignità naturale contribuisse il raro dono della parola che egli avea sortito da natura, facile, pronta,

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