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pietro panzeri | xxxix |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Lepida et tristia.djvu{{padleft:53|3|0]] elegante, persuasiva. Ed egli vi aggiungeva quella nobile cura dell’arte del dire per cui conversando o spiegando, non era agevole indovinare in lui il nativo dialetto lombardo.
Questa qualità del bene e italianamente parlare si incontra, del resto, assai facilmente in Lombardia in persone, uomini e signore, fornite di buoni studi e di chiaro ingegno.
Come medico e scienziato mi piace dire come il Panzeri continuasse la bella e gloriosa tradizione italiana, della quale Francesco Redi, il Morgagni, il Mascheroni sono fra i più noti esempi, gente non chiusa cioè nella rocca forte delle proprie nozioni speciali di scienza, ma — mi si conceda la parola — latinamente, italicamente disposta a più vasta comprensione.
Aveva il Panzeri coltura varia, conoscenza molta e geniale fuori del campo speciale della medicina, disposizione vivace ad occuparsi delle più alte e nobili manifestazioni del pensiero, come l’arte, la filosofia, la politica. E ne trattava come ne sogliono trattare generalmente i medici colti e di ingegno, cioè con molta equanimità, serena larghezza di vedute ed ampio senso umano.
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Ma altre piccole cose io ho raccolto dalla viva voce delle signorine assistenti dell’Istituto, le quali per anni condivisero con lui l’opera benefica in