Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
8 | chi sarà lo sposo? |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Lepida et tristia.djvu{{padleft:86|3|0]]
— Venite, venite a vedere, gente, chi vuole andare al castello della Regina!
E la voce si sparse per tutto il borgo e i gozzuti e i nani lo circondarono e lo dileggiavano e, non che indicargli la via, gli impedivano persino il passo. Dico che gli si paravano davanti e dicevano l'uno all'altro ridendo:
— Voi lo vedete, lo vedete chi vuole andare al ca- stello della Regina!
Fortunio fendè la folla e ad uno che, più audace degli altri, lo aveva preso per il farsetto, che un tale strappo che lo mandò a ruzzolare sin giù per il fosso, e rotolò così sconciamente che tutti si misero a ridere, dimenticando Fortunio che proseguì il suo viaggio.
⁂
E cammina, cammina per ignoto paese finché, quando fu vespero, giunse presso il limitare di una foresta.
Il sole cadeva ferendo con una luce sanguigna tutta la pianura, e le fronde degli alberi della foresta corruscavano nel colore del rame. Ma appena fu dentro il bosco, lo sorprese la notte e il gelo del putrido terreno che non avea sentiero tracciato.
Il bosco era pieno di grande orrore, e dopo alcun tempo che Fortunio andava, vide sul prato disegnarsi tante macchie bianche, come stranii fiori che fossero sorti per incantamento, e ogni fiore si attaccava ad un filo di luce, che saliva su; e tutti quei fili salivano in su e si riunivano nel lume della luna piena che era sospesa su le cime di quelle piante.
Come ognuno intende, il sole era da un pezzo tra- montato, ed era già sopraggiunta alta la notte. Ma della vicenda della gran stella e del pianeta non si era Fortunio potuto render conto per l'oscurità della selva.