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chi sarà lo sposo? | 9 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Lepida et tristia.djvu{{padleft:87|3|0]]
Non molto andò che sparvero i fiori dalla luna dipinti e i tronchi divennero tanto serrati che era gran fatica il camminare.
Certo era giunta l’ora ormai che il lupo lascia la tana e il gufo canta dalle fessure delle piante morte, e intanto la Reginella dormiva nel suo gran castello e attendeva lo sposo.
Ma ecco il bosco risplendere di fiamme lontane. I tronchi si disegnavano negramente su lo sfondo della rossa fiamma.
Erano masnadieri seduti al desco nella strana aula delle piante?
No: era l’attendamento di quel gran Re di corona che era passato il mattino. Ora si vedevano nettamente i padiglioni dove dormiva il nobile Re; e a torno erravano le bianche groppe dei palafreni pascolando; e i sergenti e gli scudieri facevano la scolta vegliando presso ai padiglioni.
Le spade e le lance pendevano alle branche delle piante, ed un cignale, infitto negli schidioni, si rosolava attorno alle braci che:
Dadi, vino e buon mangiare |
— Signor sergente — domandò Fortunio a quello che gli parve il più gentile fra coloro — dove è la via per andare al castello della Reginella che domani si fa la sposa?
— Va avanti per la tua strada, ladroncello — rispose con burbanza quel sergente.
— Ebbene, signor mio — replicò non meno cortesemente Fortunio — se non mi volete dire la strada, siate almeno tanto pietoso da lasciarmi scaldare alla vostra fiamma. —