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Sotto zero 107

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Ma quel giorno, 28 gennaio 1917, quando la porta si aprì e si presentò l’ing. Enrico Castel, non soltanto notai che il sorriso era sparito, come l’altra volta nel 1916, ma c’era di più: anche l’esattezza esteriore era scomparsa.

— Bisogna che venga io ad aprire, — disse, — perchè sono successe cose gravi.

Cose gravi? Ma sono quattro anni che nel mondo succedono cose gravi: il volto di molti uomini da quattro anni è deformato nel dolore, ma soltanto quella mattina vidi il volto dell’ing. Enrico Castel deformato. Il suo volto, come un delicato cartoncino bristol, pareva anzi spiegazzato.

— Venga, venga avanti, — disse, — e tenga il cappello in capo. Veda come sto io.

Egli era infatti irregolarmente avvolto in una pelliccia, e una specie di passamontagne imbacuccava la sua testa.

— Siamo a tre gradi sotto zero in casa, — disse —: i caloriferi sono spenti, irrimediabilmente spenti. Potrò anche intentare causa al proprietario per inadempimento di contratto, ma con questo non aumento la temperatura. Le pare?

— Accenda il camino.

— Ma la casa è di costruzione moderna, e non ho camino. Chi avrebbe preveduto?

— Prenda una stufa a legna.

— Così ho fatto. Ma vede? (Infatti il magni-

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