< Pagina:Panzini - Novelle d'ambo i sessi.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Novelle d'ambo i sessi.djvu{{padleft:143|3|0]]

LA BORA.

Paron Mènego, quand’era a bordo ritto su la tartana nera era un personaggio! Conosceva le stelle e le acque; e quando a pope reggeva la barra, dominava i venti e le onde. Ma se il mare era piano, paron Mènego fumava la pipa chioggiotta in cerchio coi compagni, o disponeva le schegge sotto il paiolo per la polenta dolce, o ammanniva su la tolda, entro gli schidioncelli di ròvere la triglia rossa, la seppia bianca, la sardella turchina; oleose, e ancor palpitanti.

Ma a terra paron Mènego faceva meno figura: sia che la terra gli mettesse soggezione, sia che in terra camminasse bordeggiando sui grossi zoccoli di legno, che pareva ebbro.

Ma soltanto la domenica era un po’ ebbro.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.