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Il topo di biblioteca | 11 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Novelle d'ambo i sessi.djvu{{padleft:23|3|0]]permettono la invasione dei centri in meno di trenta ore. Oh, Dio! io non posso mica fare un trattato di batteriologia qui in automobile....
Il professor Fulai non parlò più: non per effetto di quelle parole, cioè che il “virus rabbico si propaga attraverso i nervi„ ma per uno choc gelido, immobilizzante. Da quello choc — come da nube nera nel cielo — si scatenò un ciclone. Era un’idea unica cresciuta d’improvviso, a dismisura: mostruosa idea che girava attorno vorticosamente nella scatola cranica di lui, come il topo nella trappola: girava sradicando, traendosi dietro tutte le idee della vita consueta. “Ferma!„ diceva Fulai. Orribile tortura invisibile! Non poteva fermare. Non esistevano più freni nella scatola cranica.
A casa, l’ottimo Battista aveva preparato la solita igienica e delicata colazione; ma la zuppa raffreddava: e tre volte blandamente aveva bussato alla porta dicendo:
— Signore, è in tavola.
Ma il Professore era con le pupille fisse su di un dizionarietto, dove era scritto: Rabbia (Rabies): malattia virulenta, comune all’uomo e a certi animali, cani, lupi, gatti, ecc., manifestantesi con sintomi nervosi, poi con sintomi di depressione e terminante con la morte.