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Il topo di biblioteca | 43 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Novelle d'ambo i sessi.djvu{{padleft:55|3|0]]
— Mangia! — esclamò Fulai pieno di ammirazione e di felicità.
— Guardi: non ha più crusca.
Fulai respirava benone. Vedeva il suo coniglio con le orecchie ritte, e invece tutti quegli altri conigli si stavano con le orecchie storte, mogie, tutti arruffati, orribili, immoti.
— Muoiono così?
— Così.
— Allora tranquilli.
— Oh, le cavie, — disse la donna, — si mordono, anche, fra loro. Guardi, guardi quelle due cavie che mordono le sbarre!
— E gli uomini fanno lo stesso? Voi ne avete visti?
— Ah sì! È brutto. Molte volte bisogna legarli. Dicono loro stessi: “Via! via! che adesso mordo„.
Fulai si sentiva come un laccio alla gola. Voleva fuggire e voleva sapere. Domandò:
— È vero che hanno paura dell’acqua?
La donna era dotta e tranquilla:
— Veda, signore, basta molte volte il solo rumore del rubinetto aperto, una corrente d’aria, per dare le convulsioni.
Fulai non si sarebbe mai staccato da quel lugubre luogo. Volle sapere tante cose.
— Tutti i cani che mandano qui sono arrabbiati?