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Il colloquio fra Anito e Meleto 173

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Santippe.djvu{{padleft:190|3|0]]il sospettoso Anito avrebbe capito subito.

Anito parlava lo stesso linguaggio di Socrate, ma non capì troppo bene. Le orecchie di Anito erano pelose. Ora quando si pensi che frate Egidio e re Luigi il Santo parlavano due diversi linguaggi, e pur si capirono soltanto alle sfavillanti, lacrimanti pupille; anzi l’uno davanti l’altro devotamente si inginocchiò, bisogna ammettere che questo umano linguaggio ha meno valore che non si crede comunemente.

E non soltanto Anito capì poco; ma gli parve che il saluto a lui, presidente della Democrazia, fosse poco reverente.

Alcibiade, nepote di Pericle (un intellettuale molto sospetto!) diceva bensì: «Salute, Anito!»; ma le sue pupille, dall’alto della pura clàmide, giravano

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