Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Santippe nella prigione di Socrate | 203 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Santippe.djvu{{padleft:220|3|0]]tiamo, perchè essa non vede, non cura, non è sollecita.
E Critone trovò Socrate non stoicamente «impassibile», nel suo carcere, come spesso si legge di alcuni grandi eroi che erano condannati a morte; ma lo trovò, come sempre, buono ed affabile. Era forse un po’ disturbato, in quanto che Critone lo aveva allontanato dal sonno, e pareva quasi voler rimproverare il suo giovane discepolo con quelle parole: — Come, Critone, a quest’ora? È già spuntato il sole? — e pareva volesse dire: — Perchè mi hai tu chiamato alla vita?
— Perchè tu devi fuggire, — dice Critone, — devi salvarti: tutto è pronto per la fuga, le guardie del carcere sono state comperate da noi.
E Socrate disse che non voleva fuggire, e Critone vide la faccia di Socrate