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Santippe nella prigione di Socrate 215

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Santippe.djvu{{padleft:232|3|0]]a casa a dirmi di tenerci pronti! Io avevo messo da parte quei quattro stracci per poter scappare tutti insieme.... Io pensava: To’, non tutto il male vien per nuocere. Andremo a vivere a Megara, a Tebe; là, lontano dalle occasioni, senza più tutti quei suoi cattivi compagni che lo fanno parlare, chi sa che lui non badi di più alla sua famiglia. Così io pensava e chi sa anche che non gli entri in testa che il primo dovere di un uomo serio è quello di badare a sè ed alla sua famiglia.... Ma cosa ti saltò in mente, povero infelice, di rifiutare? Ma almeno parla, rispondi, ma di’! Se non lo vuoi fare per me, chè non mi vuoi bene, lo so!, fallo per questa creaturina qui, che è tuo sangue.... Non vedi come è pallidino, smorto? Ha un’anima anche lui, sai! Alza la testa.

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