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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Santippe.djvu{{padleft:257|3|0]]cigno, erudizione spaventosa, ma senza Demone. Era il professore del Lyceum.

Abitava una bella casa, ben ordinata e provveduta a cura dello Stato. Santippe, quando potè arrivare sino a lui, vide la sua gran faccia pallida sollevarsi dai codici.

— Lei è?

— Io son Santippe, moglie di Socrate, e questi sono i suoi figliuoli. Guardali in faccia, son lui nati e sputati!

— Oh, pover’uomo! — esclamò Eritreo.

— Cosa, pover’uomo! — garrì Santippe. — Pover’uomo lo posso dir io, non lei; perchè per quelle cose lì dei libri valeva più di tutti. Oh, non l’ha proclamato l’Oracolo di Delfo il più sapiente di tutti gli uomini, andròn apànton Sòcrates sofòtatos?

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