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Avvertimenti agli infelici figli di Santippe | 243 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Santippe.djvu{{padleft:260|3|0]]riche! Verum enim vero, quando quidem, dubio procul, edepol, mem dem fidius, quand’anche fosse che vostro marito sia stato un valentissimo uomo, io sono desolatissimo, ma io prego di lasciarmi in pace, e di non compromettermi. Quel vostro marmocchio più piccolo già mi ha quasi sgualcito un codice.
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E Santippe se ne andò peregrinando coi figliuoli nella Focide dove era il santuario di Apolline in Delfo. Ma il dio, che, in mancanza d’altri, ella voleva interrogare, non c’era, in fatti, come affermava quel letterato. Aveva emigrato per sempre; e Santippe non trovò che una scritta, un ben curioso geroglifico, inciso su di un macigno enorme.
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