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Come io mi trovai alle prese con Santippe 37

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Santippe.djvu{{padleft:54|3|0]]figliuoli, si è vero, li facevamo noi; ma quando eravamo stanche di allattare i marmocchi, li davamo all’uomo, e dicevamo: «To’, allatta tu,» e andavamo fuori di casa a caccia dell’orso anche noi.

Poi, per compiacervi, siamo rimaste in casa; per compiacervi ci siamo profumate col paciulì, abbiamo fatto la voce di flauto, i piedini piccoli, e vi sono anche oggi delle donne che non stanno in piedi, se non sono appoggiate ad un maschio. Maledetto lo specchio di Venere! Oh, ma noi lo romperemo e allora vedremo chi vale di più! Che diritto, che diritto aveva il poeta Archiloco sopra le figlie di Licambe, che non ne volevano sapere di lui? E lui perseguitarle coi suoi versi, finchè le poverette, disperate, si impiccarono?»

Così parlò Santippe.

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