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Socrate per le vie di Atene 65

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Santippe.djvu{{padleft:82|3|0]]uomo, di quella libertà; ma di un’altra libertà ben più vera: la libertà dell’animo io voglio dire.

— Bravo, Socrate, e di quella poi cosa me ne faccio? Mi dovrò regolare io con la mia testa e non con la testa degli altri? Ma sai che è una vaga fatica questa che mi vuoi far fare tu? No, caro Socrate, la libertà dell’anima sarà una cosa assai bella; ma, credi, non è pratica.

*

Non v’erano che i giovani, l’eterna purità della vita, non ancora contaminata dall’esperimento, che lo ascoltavano con entusiasmo.

La divina giovinezza ha sempre creduto, e crede anche oggi, che sia cosa

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