< Pagina:Panzini - Santippe.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

Socrate per le vie di Atene 75

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Santippe.djvu{{padleft:92|3|0]]finitamente triste. Il focolare di Vesta, o amico, non arde e non riscalda, se Vesta, la dea, cioè la donna, manca nella casa.

— Ed allora, perchè, o Socrate, io mi pentirò lo stesso se prenderò moglie?

— Perchè tu, Iscomake, credi che il matrimonio sia la soddisfazione del piacere, mentre è la soddisfazione della saviezza.

— Oh, per questo, Socrate, — disse Iscomake, — sta pur sicuro che i miei genitori mi hanno allevato bene: mio padre mi ha sempre detto: «il tuo dovere, Iscomake, è di esser savio».

— Bene, Iscomake. E la tua sposa. È savia anche lei?

— La madre di lei, — rispose Iscomake, — le ripete sempre: «il tuo dovere, figliuola, è di essere savia».

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.