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110 Signorine

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Signorine.djvu{{padleft:112|3|0]]ma il naso, la bocca, ì piedi e le mani di Marco erano quelli di suo padre: uguale, uguale, fuorchè la proporzione, perchè il padre di Marco superava il quintale, e Marco era poco più della metà. Il padre di Marco beveva vino, ma Marco era astemio.

Il padre di Marco, anzi, diceva: «Questo mio figliuolo, tranne quello di fare le poesie (egli non sapeva la parola liriche), non ha altri difetti».

E che cosa ne nacque? Una meravigliosa rinomanza.

Egli era puro; e non soltanto nella lirica, ma anche nelle altre cose!

Forse non lo era: ma per quel dono che hanno quelli che sono in istato di grazia, capì che era bene lasciarsi credere puro.

E le dame e le damigelle di quella aristocrazia che frequenta i tea-rooms, le halles dei grandi hôtels, i viali di villa Borghese, guardavano, con i grandi occhi. Marco che era così bello e giovane, ed era puro. «Ma non ha mai amato lei?» gli domandavano le damigelle.

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