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144 Signorine

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Signorine.djvu{{padleft:146|3|0]]colloquio. L’avvocato Carrà lo aveva accompagnato sino alla porta, ma nel ritornare indietro, vedendo la signorina che lavorava tranquillamente, non potè tacere. Si fermò e disse: – È inaudito. Sono venti anni che faccio il professionista, ed è la prima volta che mi accade un caso simile. Ha visto quel signore che è uscito adesso? Ebbene quello è un marito che è venuto da me affinchè io interponga i miei buoni uffici presso la sua signora, la quale si vuole separare da lui. Egli non vuole, egli dice che la più grande soddisfazione per un uomo è avere una moglie che abbia, non un amante, ma più amanti, una serie di amanti, come una vera cocotte. E poi ha il coraggio di finire con questa conclusionale: «perchè lei non ha provato, avvocato, perchè lei non ha moglie. Ma se provasse!»

L’avvocato Carrà rideva. Ma poi si fece serio.

Irene Pergolini era impassibile; non arrossiva nemmeno. Era anemica, capisco! Ma neppure un po’ di rossore!

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