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:: Il tramonto della virtù 43

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Signorine.djvu{{padleft:45|3|0]]naturale, che le donne hanno realmente, ma che voi avete relegato tra i vecchiumi, e ne sono prova i consigli che ella mi dava: ella ammirava sì la mia giovanezza, però mi esortava a non fame spreco; «se no — diceva — tu non puoi attendere ai tuoi studi, che tu devi studiare anche se sei ricco, e poi prender moglie. E mi devi dire chi sceglierai per moglie, perchè voglio che tu sia felice e mai sia deluso nella tua felicità». Ora un giorno andai da lei, ed ella mi disse: «impossibile, oggi! attendo a momenti Polifemo». Questo nome io avea dato al banchiere. E così ella lo chiamava. Ella in quel dì era abbigliata da Galatea. Mi supplicò: «vattene. A domani!» Ma io non potevo attendere a domani. «Oh, povero fanciullo» — diss’ella vedendo il mio soffrire. E si appressò alla finestra per vedere se arrivava Polifemo.

«Polifemo non veniva, e io ne approfittai perchè gli assenti hanno sempre torto, specie quando uno è presente.

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