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— Ah, Prosdocimi! Scusate, non vi ravvisavo!

— Sissignore, Piero Medici, o Medici Piero, come si dice adesso.

— Benissimo, accomodatevi, amico mio: io ho sempre letto «Prosdocimi», ma non importa.

E Piero Medici fu fatto entrare.

— Dunque, la bambina sta bene?

— «Puccin» adesso sta bene.

— E chi è questo Puccin?

— La sua bambina! Noi l’abbiamo sempre chiamata così: Puccin!

Così infatti: da Giuseppa, Giuseppina; da Giuseppina, Beppa, Beppuccia, Puccia, quindi era venuto fuori un «Puccin».

Disse Crosio: — Oh, che forse è stata ammalata?

— In fin di vita.

— E non mi avete scritto niente?

— Noi abbiamo scritto — disse Piero Medici — e li aspettavamo. Puccin era ridotta bianca come quella carta, pesava come un passerino morto, e non si vedeva di vivo

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