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il trionfo di nadina | 133 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Trionfi di donna.djvu{{padleft:137|3|0]]stata trattata a fondo e bene, ma dal lato naturale, cioè di assicurare all’uomo e alla donna la maggior somma di felicità, era svolto così sicuramente e onestamente che tutte le considerazioni di opportunità e di convenienza passarono in seconda linea.
Certo sono convinto che la legge ferrea del matrimonio è ai dì nostri un ben strano anacronismo storico e sociale. Veda quale immonda fioritura di vizi, di delitti e di malsane passioni — delizia di una letteratura pornografico-sociale — ci fiorisce d’attorno!
— Così che lei, caro signore, mettiamo il caso, pur amando una buona fanciulla, in omaggio ai suoi principi, non domanderebbe mai la sua mano di sposa? — chiese Nadina sorridendo.
Ma non avea nè meno proferite queste parole che vide l’uomo impallidire, mettersi la mano sulla fronte, e poi?
E poi fuggì.
***
Nei giorni seguenti l’uomo dai sandali fu più tosto riservato e contegnoso con Nadina.
— Si può sapere che cosa ha ella con me? sarei io che dovrei averla con lei che ha scritto un libro compromettente.