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il trionfo di nadina | 155 |
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Ma uno scoppiare intorno a lei di risa; di lascive, di sguaiate risa la fecero avvertita di quel che accadeva.
Guardò a torno, e vide la scena rispecchiarsi nel volto di tutte e di tutti: ella solo non rideva, riguardò per un attimo il palcoscenico, e comprese.
Una mima eseguiva laidamente una scena di ciò che «in camera si puote».
L’incanto fu rotto. Come nelle fole, il castello magico sfumava, la fata si trasformava in serpe e in orrida strega. Non rito, non amore, non sogno! Commercio anche qui: scienza del dare e dell’avere: domanda ed offerta. Quanto valete, miss, mademoiselle, fräulein? Dite vostro prezzo! E la nausea montò alla gola della fanciulla.
Nadina scattò in piedi: guardò nell’interno del palco. Vide Mrs. Evelyne pure in piedi e il cameriere che posava il mantello sulle spalle di lei.
— Questo è shocking — disse Mrs. Evelyne che qualche cosa doveva pur dire.
Nadina non rispose; e in quel punto un più nutrito scoppiar di risa, risa ironiche, sarcastiche si levò: balenarono volti, occhi, piume, gioielli, volgendosi dalla lor parte.
Salutavano la fuga delle due donne.
Nell’atrio un uomo attendeva calmo, sorridente.
Era il giovane signore americano.
— Oh, shocking! — ripetè a costui la dama, facendo un gesto di orrore.