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il trionfo di nadina 163

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Trionfi di donna.djvu{{padleft:167|3|0]]dava a sè stesso che ne faceva oramai della sua vita. Nulla! era la risposta.

Ma poichè ebbe scorsa quella ignota lettera, le fiamme della vita furono per nuovo alimento in lui riaccese. Le pupille ritrovarono le lagrime, le membra benedirono e invocarono la forza.

Nadina scriveva all’amico lontano e obliato.

***

Un uomo percorreva nella notte e nel furore di un treno diretto la lunga strada che dall’Italia a Parigi conduce.

Era l’uomo dai sandali francescani a cui Nadina chiedeva, a grande voce, disperatamente soccorso.

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