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il trionfo della morale 231

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Trionfi di donna.djvu{{padleft:235|3|0]]nei primi anni dell’adolescenza. È vero che dopo ho studiato filosofia morale, anzi ne ebbi laurea di bacelliere. Ma non è stata tanto questa cresima ufficiale, quanto il battesimo primo nell’antica casa paterna. Esso ha influito in ben mirabile modo sull’animo mio e mi ha collocato in una tale posizione di rettitudine morale da accorgermi e da addolorarmi inguaribilmente della stortura morale de’ miei fratelli in umanità.

Semel abbas semper abbas dicevasi un tempo di chi ha portato il collarino del prete; e colui che ha nell’organismo certi principi opera pur sempre in modo impratico, inconsiderato, come accadde a me in quel giorno.

Quando mi sono accorto di tale discrasia organica, ho cominciato una cura ricostituente e depurativa, ma ohimè! con tutte le salsapariglie della negazione, dello scetticismo, del cinismo, dell’ironia non sono riuscito ad espellere dall’organismo il virus della virtù.

O virtù, virus meraviglioso!

Erano le quattro e in una volata fui alla Biblioteca dove penetrai con impeto, con grandissimo stupore del portinaio e del solenne peristilio.

Di ciò che feci, del modo con cui diedi l’annuncio del grave disastro non ho ricordo esatto: ricordo però benissimo che nell’entrare nell’aula molte teste si levarono dai libri e concentrarono verso di me le luci dei loro occhi e dei loro

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