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28 | i trionfi di eva |
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Teneva sciorinato davanti a sè il farsetto nero co’ risvolti di raso del marchese torcendo naso e bocca comicamente.
— Ma questo è odor....
— Vedete? se ne è accorto anche lui — esclamò il dottore sorridendo — non lo volevo dire, ma vedo che ha capito da sè.
— E che je venuto in mente a sto fesso de becco fotuto de’ pijà la gialappa? — scoppiò a dire nel natio dialetto il degno farmacopòla.
— La gialappa? — feci io con gran stupore — e sarebbe a dire?
— Sarebbe a dire — spiegò il dottore — che il vostro marchese ha preso uno dei drastici o purganti, che dir vogliate, dei più formidabili.
— Inverosimile — dissi io —: se avesse preso un simile purgante, non starebbe a domandare come è stato.
— E chi vi dice che abbia preso la gialappa, sapendolo?
— Allora come?
— Come? — spiegò il dottore — A sua insaputa. Supponete per un momento che a mister Douglas e a’ suoi degni compagni la presenza dell’inseparabile marito non riuscisse gradita questa notte e riuscisse gradita invece quella della sola moglie, come fare? Dirgli: «Marchese, vada a letto che per lei è tardi» non si poteva. E allora hanno escogitato questo mezzo di guerra, questa astuzia degna di un paio d’anni di galera,