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A Udine, vi sono donne?
Freme, in fondo al cuore ansioso di migliaia di donne, questa domanda, strana, stranissima: e quante di esse, non osano pronunziarla, a voce alta, per una invincibile timidità; e quante di esse, hanno scorno di mostrare il sentimento che le spinge a fare, a sè stesse, ma non ad altri, questa domanda; e qualcuna, soltanto qualcuna, più anelante e più impetuosa delle altre, ha il coraggio di chieder questo, non a lui, che è lontano, ma ad altri, a coloro che son venuti in licenza: e fa la domanda con una finta disinvoltura, e finge, anche, di non curare la risposta che, quasi sempre, è impregnata della benefica, fraterna ipocrisia maschile! «A Udine, vi sono donne?» Quale incoerenza, non è vero, e quanta stranezza, in questo sordo tormento dell’a-