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L’ALLUSTRASCARPE FILOSOFO.

So’ trent'anni che fo sta professione,
E ancora, graziaddio! nun so’ mai morto;
So’ vecchio, ar camminà’ cammino storto,
4Eppure, sarv’ognuno, sto benone.

La notte me rintano in d’un portone;
E la matina appresso, quanno sòrto,
Omina bona mea mècume porto
8E me rimetto qui su sto cantone.

Si abusco, quer ch’abusco me lo magno;
Si nun abusco, e me succede spesso,
11Me fumo quattro mózze7 e nun me lagno.

Ma si l’incasso supera er valore
De quello che me serve, er giorno appresso
14Chiudo bottega e vado a fa’ er signore.



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