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II.


Dopo s’agnede a piazza de la Boccia
Da la moje e dar fijo piccinino,
Che aspettaveno lui sur portoncino
4Per annà’ for de porta a fà’ bisboccia!

Urli, pianti... Che fu! Basta, er capoccia
De la fabbrica e io co’ un questurino
Je lassassimo sopra a un tavolino
8Quello che je trovassimo in saccoccia:

’Na pippa rotta, un metro, un fazzoletto,
Du’ bijetti der Monte, du’ cartate
11De mózze e tre giocate ar numeretto16.

Anzi, ner venì’ via co’ l’antra gente,
Lì, pe’ scrupolo, furno rigiocate;
14Ma, me ricordo, nun ce venne gnente.


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