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Qual mansueto agnel meco ne venne.
E, mentre i’ vò pensando
Di ricondurlo al suo signore, e mio:
Sperando far con dono à lui sì caro
De la sua grazia acquisto;
Eccolo apunto, che venia diritto
Cercandone i vestigi, e qui fermossi.
Caro Linco non voglio
Perder tempo in narrarti
Minutamente quello,
Ch’è passato tra noi.
Ma diro ben per ispedirmi in breve,
Che dopo un lungo giro
Di mentite promesse, e di parole
Mi s’è involato il crudo
Pien d’ira, e di disdego
Col suo fido Melampo,
E con la cara mia dolce mercede.
Lin.Oh dispietato Silvio, ò garzon fiero
E tu che festi alhor? non ti sdegnasti
De la sua fellonia?
Dor.Anzi come s’apunto
Il foco del suo sdegno
Fosse stato al mio cor foco amoroso
Crebbe per l’ira sua l’incendio mio.
E tuttavia seguendone i vestigi
E pur verso la caccia
L’interrotto camin continuando
Non molto lunge il mio Lupin raggiunsi,