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  A Dio, selve direi;
  E seguendo altre fere
  E la vita passando in festa, e ’n gioco,
  Farei la state à l’ombra, e ’l verno al foco.
  Sil.Cosi fatti consigli
  Non mi desti mai più. come sè hora
  Tanto da te diverso?
  Lin.Altri tempi, altre cure.
  Cosi certo farei se Silvio fussi.
  Sil.Ed io, se fussi Linco;
  Ma perche Silvio sono
  Oprar da Silvio e non da Linco i’ voglio.
  Lin.O garzon folle, à che cercar lontana
  E perigliosa fera,
  Se l’hai via più d’ogni altra
  E vicina, e domestica, e sicura?
  Sil.Parli tù dadovero, ò pur vaneggi?
  Lin.Vaneggi tù non io.
  Sil.Ed è così vicina?
  Lin.Quanto tu di te stesso.
  Sil.In qual selva s’annida?
  Lin.La selva sè tu Silvio,
  E la fera crudel, che vi s’annida,
  E la tua feritate.
  Sil.Come ben m’avvisai, che vaneggiavi.
  Lin.Una Ninfa sì bella e sì gentile,
  Ma che dissi una Ninfa? anzi una Dea,
  Più fresca e più vezzosa
  Di mattutina rosa,


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